1930 - La Cima Maria José. In occasione del matrimonio fra la figlia di re Alberto I dei Belgi con Umberto, figlio del re d’Italia Vittorio Emanuele III, ebbe questo nome quella che i valligiani chiamavano Terza Pala di San Lucano, nell’omonimo sottogruppo. L’iniziativa della dedica fu della sezione CAI Agordo e della scelta della cima – che non aveva ancora avuto ascensioni alpinistiche – fu proposta da Domenico Rudatis. Nello stesso anno, per celebrare la ricorrenza, fu tracciata la via sullo spigolo Sud da Attilio Tissi e Giovanni Andrich. La cima è oggi nota con l’originale nome locale. (Terza Pala di San Lucano).
1930 – I componenti della Sezione
di Belluno del CAI mettono in giro la voce che quelli di Agordo sono
più bravi a parlare che a scalare. Con poco tempo, pochi soldi e 30 anni
suonati, senza mai aver scalato una montagna, Giovanni Andrich e Attilio Tissi vogliono lavare l’onta aprendo una difficile via sulla Terza Pala di
San Lucano. Muniti di una corda e di alcuni chiodi che a malapena sapevano
usare, si avventurano verso la salita e dedicheranno la cima a Maria José
del Belgio, a commemorazione del suo recente matrimonio e della passione
che la famiglia ha per le Dolomiti.
La salita non è particolarmente difficile, ma segna l’inizio di una vera
e propria passione per la formidabile cordata Tissi-Andrich. Nel 1972 un gruppo di giovani ripete la via, recuperando un chiodo dal peso di
circa due chili.
1972 – Viene salita la seconda parete più alta delle Dolomiti da parte di Alessandro Gogna, Aldo Anghileri e Piero Ravà. Si tratta dei 1500 metri della Terza Pala di San Lucano.
1981 – Nasce “La Figlia
Del Nagual”, una via creata da Lorenzo Massarotto e Lorenzo
Zannini, sulla parete Sud della Terza Pala di San Lucano. La cordata
prosegue poi sulla cresta fino al Monte San Lucano attraverso lo Spiz
e la Torre di Lagunaz.
1997 – Con le innumerevoli cartine e guide topografiche, con ampie ed abbondanti strade, con la conoscenza precisa dei monti, l’alpinismo necessariamente sposta il suo interesse dall’avventura al divertimento. Tranne per pochi, e poche “mountain wilderness”.
Tra questi troviamo Lorenzo Massarotto realizzatore di un itinerario con difficoltà di 6° grado e (1 passaggio di 7a) sulla Seconda Pala di San Lucano con uno sviluppo di 2150 metri. La via denominata Dolce Dormire è aperta con il solito parco utilizzo di chiodi (esattamente 4) e con 3 bivacchi. I suoi compagni sono Paolo Benvenuti e Gian Luca Bellin.